Soprattutto negli ultimi anni sono stati compiuti diversi studi sulla relazione tra l’utilizzo di smartphone e la postura del rachide cervicale.
A prima vista può sembrare strano, ma l’utilizzo di telefoni e tablet condiziona in maniera importante la posizione che la testa e la regione cervicale assumono.
Ormai oltre un italiano su due possiede uno smartphone. E gli studi più recenti ci dicono che lo si utilizza per una media variabile tra le 2 e le 4 ore al giorno. Ovviamente sempre meno è usato per una conversazione “vecchio stile”, tenendolo vicino all’orecchio, piuttosto è maggiormente utilizzato guardando lo schermo, per leggere un articolo, vedere un video, scrivere su Whatsapp o semplicemente per giocare.
Questo comporta inevitabilmente che lo sguardo deve essere rivolto in basso e quindi anche il collo deve adeguarsi a questa necessità.
Il tratto cervicale della colonna vertebrale possiede una lordosi fisiologica, cioè la sua posizione neutra, quella in cui c’è il maggiore equilibrio di forze e il minore dispendio energetico, è in estensione relativa (appunto, in lordosi). Ma per poter guardare qualcosa che teniamo in mano davanti a noi dobbiamo flettere il collo. In questo modo quindi alteriamo gli equilibri tensionali di tutte le strutture di sostegno e controllo del tratto cervicale (e non solo).
Equilibrio e baricentro.
Inoltre, una delle conseguenze inevitabili di questa alterata posizione è lo spostamento del nostro baricentro. In particolare, la proiezione del baricentro della nostra testa non cade più all’interno della propria regione di sostegno, cioè quella delimitata dalle nostre spalle, bensì più avanti. Questo crea un forte squilibrio di forze, che devono mantenere la testa nella nuova e più dispendiosa posizione.
Un importante studio del 2014 condotto dal Dr. Hansraj, pubblicato sulla rivista internazionale New York Spine Surgery and Rehabilitation Medicine, ha esaminato lo sforzo che insiste sul collo in relazione ai gradi di flessione dello stesso. È stato calcolato che se la flessione complessiva del tratto cervicale è solamente di 15° il carico, tutt’altro che trascurabile, è già di 12 kg. Se la flessione aumenta a 30° il carico è di 18 kg. A 45° è di 22 kg e a 60° è di 27 kg. In pratica, più chiniamo la testa in avanti per guardare il nostro smartphone maggiore è lo stress che subiamo.

Quanto influisce la posizione del tratto cervicale mentre utilizziamo lo smartphone
Ci rendiamo facilmente conto di quanto possa essere gravoso questo carico applicato alla nostra colonna vertebrale, in particolare al tratto cervicale.
Come sempre l’osteopatia ci insegna a non focalizzare l’attenzione esclusivamente dove si esprime un sintomo, dove si sente male, ma a guardare la persona nel suo complesso. Infatti, le conseguenze che la clinica ci mostra quotidianamente in casi di alterata postura del tratto cervicale sono davvero molteplici e di svariata natura. Pensiamo a problematiche di tipo meccanico, non esclusivamente legati a questa regione della colonna vertebrale, con limitazioni di mobilità, dolori muscolari o legamentosi. Oppure a problematiche di carattere neurovegetativo, come giramenti, mal di testa, vertigini o nausea. O ancora a disturbi dell’attività masticatoria e più in generale alterazioni della mobilità cranica.
Il Dr. Hansraj conclude il suo studio con alcuni consigli su come utilizzare lo smartphone minimizzando le conseguenze, mantenendo quindi una migliore postura della testa e del collo.
Attenzione poi al rischio concreto di far insorgere un mal di testa. Ne parlo approfonditamente QUI.
Ma personalmente a questo punto mi sorge una domanda: è davvero così necessario passare tanto tempo con lo smartphone in mano?
Ne parlo anche in una breve intervista su glamour.it