Lombalgia e Cervicalgia sono vere e proprie diagnosi? Io dico di no.

Questa domanda non parte da voi pazienti, ma spesso sorge in me spontanea. E mentre me la faccio inconsapevolmente sopraggiunge un piccolo sorriso.

Frequentemente mi capita di vedere prescrizioni di terapie o lettere di dimissioni con indicata proprio la diagnosi di Lombalgia o Cervicalgia. E questi termini sono solo un esempio, molto comune e comprensibile. Ma potremmo allungare parecchio questo elenco con altre “finte diagnosi”.

Ben inteso che assolutamente non è mia intenzione addentrarmi in una tematica di conflitto di interessi con i medici: solo a loro spetta compiere una diagnosi medica. Io mi limito a prenderne atto e valutare dal punto di vista osteopatico o fisioterapico la persona che si presenta nel mio studio.

Se vuoi approfondire come lavoro puoi leggere qui.

 

 

Quindi, ciò su cui voglio portare l’attenzione non è il concetto di diagnosi, bensì l’utilizzo di termini impropri.

Il forte sospetto è che dietro ci sia una banalizzazione del problema del paziente e una non sufficientemente adeguata presa in carico della persona che si ha davanti.

Come insegnava già Still, è necessario prendere in considerazione tutto del paziente. E a me piace sottolineare che in questo tutto c’è anche la sua intelligenza.

Come accenno nel video, Lombalgia e Cervicalgia sono due termini che semplicemente descrivono un sintomo, cioè qualcosa che noi percepiamo, in questo caso un dolore rispettivamente alla parte bassa della schiena e al collo. Non possono essere considerati una diagnosi.

Questo è lo spunto che prendo per insistere nuovamente affinché l’attenzione di noi professionisti sia rivolta al bene del paziente. Questo tipo di diagnosi rassicura momentaneamente, ma non è in alcun modo utile. Siamo tutti in grado di capire se ci fa male la schiena o il collo.

Usare termini più complicati, un cosiddetto linguaggio “medichese“, può sembrare adeguato solo in apparenza. Ma celarsi dietro parole di non facile comprensione risulta inutile sia nel breve che nel lungo periodo. Al contrario, spiegare sempre il significato delle parole tecniche che usiamo, che dobbiamo usare, ci rende sicuramente più comprensibili e affidabili.

E mi permetto di aggiungere un piccolo consiglio. Non fermiamoci di fronte a delle diagnosi che non sono altro che una mera descrizione di ciò che già sappiamo. Quando possibile, chiediamo spiegazioni al medico che abbiamo davanti.

Un altro esempio è il caso delle cefalee: ne parlo QUI.

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